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Acquaviva, comunicato stampa della minoranza consiliare in merito all’impianto di biogas



"Il 19 febbraio l’Ufficio Protocollo di Acquaviva riceveva una richiesta di chiarimenti da parte di un privato cittadino. Nella richiesta si menzionava l’esistenza di un progetto di impianto di digestione anaerobica di rifiuti organici da ubicare a ridosso della zona P.I.P. e a un chilometro dal paese, presentato​ da una azienda di Cuneo.


Si allegava inoltre la delibera di Consiglio del 2014 (n.11 del 22 gennaio) nella quale l’Amministrazione Carlucci stabiliva che i proprietari delle aree D2 in futuro avrebbero potuto realizzare delle lottizzazioni private a condizione di non insediare, fra l’altro, degli "impianti di smaltimento dei rifiuti”.


Così il cittadino, rappresentante di alcuni proprietari delle aree D2, chiedeva se fosse possibile realizzare in quell’area proprio un impianto di smaltimento dei rifiuti, in piena contraddizione con quanto deliberato dal Consiglio nel 2014.


Tale richiesta non è stata trasmessa ai consiglieri - per un errore? - fino al 5 marzo.


Solo in quella data tutti i consiglieri hanno appreso dell’esistenza di questo progetto il cui avvio risale all’estate 2019, quando sono stati sottoscritti i primi preliminari di acquisto dei terreni da parte dell’azienda.

Ci chiediamo, dunque, perché di questo progetto non si sia parlato affatto negli ultimi due anni nonostante la sua rilevanza.


Ci chiediamo se valga la pena occupare 5 ettari di territorio in cambio di 15 posti di lavoro nell’impianto di biogas, come risulta dalla bozza di Protocollo di Intesa ricevuta dal Comune il 29 luglio 2020.


Ci chiediamo se sia necessario insediare nel nostro territorio un impianto che assorbirà 60.000 tonnellate di rifiuti organici in cambio di una royalty su ogni tonnellata di rifiuto conferita da altri comuni.


Per questo nel prossimo consiglio del 17 marzo chiederemo che l’Amministrazione Carlucci abbandoni immediatamente questo progetto, considerata anzitutto l’inusitata vicinanza dell’ipotetico stabilimento al centro abitato il quale non mancherebbe di procurare effluvi maleodoranti (si pensi solo alla gran quantità di camion che ogni giorno perverrebbe all’impianto per scaricarvi i rifiuti), così come alla zona industriale, ai suoi residenti, ai lavoratori.


Il tutto con un prevedibile consumo di suolo agricolo e non, che sarebbe disponibile per altre e migliori iniziative industriali e artigianali (l’impianto avrà una estensione di 5 ettari!).


Infine ci chiediamo come mai il 9 marzo, dopo che l’esistenza di tale progetto era diventata di dominio pubblico ed era partita l’azione dei consiglieri di minoranza, la ditta promotrice abbia denunciato che il principale vincolo esistente sui terreni che interessavano l’impianto - una dolina carsica - sia stato “coperto di terra da ignoti”? E come mai questa comunicazione sia stata inoltrata al Comune solo il 12 marzo, in concomitanza con la nostra richiesta di accesso agli atti inoltrata alla Procura della Repubblica, alla Prefettura, all'ANAC e a tutti gli organi competenti?


Coincidenze, si dirà, e ci auguriamo restino tali. Se il Sindaco, tuttavia, afferma che in questa vicenda ci sarebbero dei “mediatori” (Gazzetta del Mezzogiorno del 13 marzo) ne faccia i nomi e li denunci pure alle Forze dell’Ordine. Le stesse Forze dell’Ordine che in queste ore si stanno occupando del caso della dolina carsica ricoperta di terra. E non possiamo che riporre la nostra fiducia negli inquirenti e nella magistratura perché sia fatta la massima chiarezza su quanto sta accadendo in relazione all’impianto di biogas che si intende realizzare ad Acquaviva.


I Consiglieri di Minoranza


Francesco Colafemmina

Pietro D'Antini

Alessandro Laera

Mimmo Maurizio

Tommaso Montenegro

Franco Pistilli


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