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Tesori nascosti di Puglia, ecco la Cassarmonica «cuore» di Acquaviva



Di FRANCO PETRELLI


Il compianto maestro Rosario Misasi, nei 28 anni circa di direzione, portò il concerto bandistico ai massimi livelli nazionali. Era arrivato ad Acquaviva mentre veniva progettata e realizzata la Cassarmonica, una grande cupola, con una grande scritta in caratteri latini che sovrasta il fascione che la percorre: «Laetare et disce» (rallegrati e impara). Una frase rimasta nel cuore degli acquavivesi che pare richiamare tuttora gli antichi splendori delle serate in cui venivano esaltate le eroine protagoniste della musica classica o del melodramma.


Misasi, nato a Catanzaro il 3 ottobre 1879, morì ad Acquaviva delle Fonti, divenuta sua città adottiva, il 17 luglio 1951. Non è stato solamente un sapiente direttore d’orchestra e di premiati concerti bandistici, un compositore stimato e con notevole fantasia creativa nelle armonie, ma anche un personaggio di rilevante livello culturale.


Nel 1913 viene nominato direttore delle Bande Italiane all’Estero e, subito dopo il primo grande conflitto bellico, viene chiamato all’inizio del 1919 presso il teatro Chiabrera di Savona, a dirigere una serie di opere liriche. L’anno successivo, alla guida di un noto complesso orchestrale, sostenuto dalla casa editrice «Dante Alighieri», si esibisce in una serie di città dell’Italia settentrionale e centrale. Infatti gli studi compiuti in età giovanile, con impegno e passione, al Conservatorio di San Pietro a Maiella, a Napoli, stanno facendo emergere indiscusse doti artistiche, che s’identificano in straordinarie interpretazioni nell’unicità dello stile.


Con un curriculum del genere, Rosario Misasi viene chiamato a ricoprire la carica di maestro direttore concertatore del già glorioso complesso bandistico della Municipalità di Acquaviva. Giunto in città, viene accolto subito con affetto dalla comunità locale. Qui, con la sua abile «penna» compositiva, scrive una decina di avvincenti romanze per pianoforte.

Nel frattempo, nel 1930, venne completato uno dei monumenti simbolo della città, nel mezzo di piazza Vittorio Emanuelle II: la Cassarmonica, a pianta centrale, composta da blocchi di cemento armato, sorretti da 8 consistenti colonne. Il frontone è abbellito da una notevole scultura, raffigurante Santa Cecilia, protettrice dei musicisti, appunto insieme ai musici.

Tutt’intorno al fregio, in corrispondenza delle colonne, sono riprodotti in bassorilievo e di profilo le immagini di otto dei più conosciuti autori pugliesi, quali Niccolò Piccinni di Bari, Tommaso Traetta di Bitonto, Saverio Mercadante di Altamura, Umberto Giordano di Foggia, Giovanni Paisiello di Taranto, Giuseppe Millico di Terlizzi, Nicola Van Westerhout di Mola e Leonardo De Leo di San Vito dei Normanni.


La Cassarmonica di Acquaviva, una rarità del genere, venne costruita dalla ditta dei fratelli Bollani di Bari, su idea del canonico don Ernesto Tisci e sotto la direzione dell’ingegner Vincenzo Cirielli, con una progettualità nella sua atipicità ben studiata. Fatta eccezione per i quattro gradini che la elevano rispetto alla piazza circostante, l’intero corpo di fabbrica è circondato da un’aiuola, la cui bardatura è intervallata da sei vasi ornamentali, situati dinanzi alle suesposte colonne.

Ai lati d’ingresso della Cassarmonica sono posizionati due splendidi lampioni in ghisa, in stile Liberty, poggiati su basamenti che recano lo stemma della città. La pavimentazione interna è in legno. Sotto di essa, venne costruita una vasca che, all’unisono con la monumentale cupola, assolve al ruolo di cassa di risonanza.

«Indimenticabili», secondo i cronisti dell’epoca, furono le prime esibizioni del Concerto Bandistico di Acquaviva, diretto dal maestro Misasi, nella Cassarmonica appena inaugurata. L’acustica eccellente mandava in visibilio le migliaia di appassionati, provenienti da tutta la Puglia e oltre.


Quando Misasi, alla fine di ogni esibizione, scendeva dalla Cassarmonica, si creavano momenti di sano e grande tripudio popolare che travalicarono i confini regionali.

Rosario Misasi, del resto, ha saputo condurre la Banda di Acquaviva per le piazze di tutte le regioni italiane, di successi in successi, tanto che dal Governo nazionale venne insignito con la Croce di Cavaliere della Corona d’Italia e successivamente con un’altra significativa onorificenza, cioè Cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro.


Fu anche autore di una grammatica musicale, di un esclusivo trattato di armonia e di metodo per l’insegnamento della musica. La innovativa struttura architettonica diventò un meraviglioso teatro all’aperto, per dar modo a chiunque di ascoltare sinfonie e melodrammi che avrebbero rappresentato ansie, aspirazioni e preoccupazioni della società del tempo.

Il monumento al centro di piazza Vittorio Emanuele fu completato nel 1930. Da quasi un secolo ospita i concerti. La inimitabile location è associata nella memoria al compositore nato a Catanzaro nel 1879 e morto qui nel 1951.


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