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Caldo, perso il 20 per cento del pomodoro in Puglia, temperature che sfiorano i 50 gradi



Il 20% del pomodoro è andato già perso in Puglia a causa del caldo torrido e della paralisi dei trasporti che sta facendo marcire il prodotto in campo mettendo a rischio una filiera di eccellenza del Made in Italy la quale esporta poco meno di 2 miliardi di euro di pummarola, passata e sughi in tutto il mondo. A lanciare l’allarme è la Coldiretti Puglia con l’assenza di camion disponibili per trasportare miliardi di chili di pomodoro da conserva alle industrie di trasformazione proprio mentre l’afa assedia le campagne con temperature che sfiorano i 50 gradi.


Intere distese di pomodori ‘cotti’ dal sole, mentre sono schizzati i costi di gestione – insiste Coldiretti Puglia – in una regione dove non piove da oltre 3 mesi e i pozzi freatici non hanno più acqua, mentre dai pozzi artesiani c’è il rischio di emungimento di acqua salmastra.


In questo scenario, sono venuti infatti improvvisamente e inspiegabilmente a mancare – sottolinea Coldiretti Puglia – i mezzi e i conducenti necessari a trasferire il raccolto negli stabilimenti di lavorazione della Puglia verso le industrie di trasformazione della Campania. Il timore è che dietro le difficoltà – aggiunge la Coldiretti regionale – si possano anche nascondere manovre speculative per abbassare i prezzi pagati agli agricoltori, che rischiano di finire sotto i costi di produzione. Non a caso alcune industrie di trasformazione hanno già comunicato l’intenzione di abbassare le quotazioni rispetto a quanto pattuito.


“Continua a mancare la vigilanza sulla filiera del pomodoro da industria per rendere più equilibrata e coerente la distribuzione del valore lungo la filiera per contrastare pratiche commerciali sleali che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione”, denuncia Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti.


La Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno di una filiera del Sud Italia, ricorda Coldiretti Puglia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti in Puglia, mentre in Campania 2.490.080 quintali su una superficie di 3.976 ettari.


La provincia di Foggia è leader indiscussa del mercato e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale – conclude Coldiretti Foggia – con una superficie media annua di 15.000 ettari e con una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali (1,4 milioni di tonnellate).


Ma c’è anche il pericolo di aprire la strada all’arrivo di prodotto dall’estero con le importazioni di derivati del pomodoro che sono più che raddoppiate (+103%) nei primi quattro mesi del 2021, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat.


Dinanzi a questa situazione Coldiretti è pronta a mobilitare i trattori per organizzare il trasporto del pomodoro, in una vera e propria corsa contro il tempo per evitare che l’intero raccolto vada perso o comunque deteriorato, peraltro in una annata già resa difficile dalla pandemia e dalle gelate dei mesi scorsi.


Con la vita delle imprese agricole a rischio c’è il primato dell’Italia che è il primo produttore europeo di pomodoro davanti a Spagna e Portogallo e il secondo a livello mondiale subito dopo la California, con una filiera che coinvolge circa 7.000 imprese agricole, oltre 90 imprese di trasformazione e 10.000 addetti.


I derivati del pomodoro sono il condimento più apprezzato dagli italiani che ne consumano circa 30 chili a testa all’anno a casa, al ristorante o in pizzeria secondo le stime della Coldiretti. Ad essere preferiti, sono stati nell’ordine – conclude la Coldiretti – le passate, le polpe o il pomodoro a pezzi, i pelati e i concentrati.


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