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Ristoranti, da domani si mangia anche al chiuso: riaprono in 14mila. Sono la metà in Puglia



Il pranzo è servito. Anche al chiuso. E sono 14mila i ristoranti e i locali di Puglia che da domani, primo giugno, potranno tornare finalmente a lavorare nonostante la penuria di spazi all'aperto. E dando un contributo importante ai 2,5 miliardi di euro che italiani e stranieri spenderanno nei complessivi 22mila bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi pugliesi. La stima è di Coldiretti Puglia e la novità non di poco conto: riguarda infatti oltre la metà dei locali pugliesi, visto che quelli con lo spazio all'aperto sono decisamente di meno rispetto a quelli che non dispongono di aree da destinare a gazebo, tavoli, sedie. A beneficiarne sarà - a cascata - l'intero sistema agroalimentare pugliese, che finora ha dovuto registrare suo malgrado ben oltre 80mila tonnellate di vino e cibi invenduti.


«Quattro milioni i pugliesi - spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - che si apprestano a tornare in zona bianca, ovvero a fare a meno del coprifuoco, abolito a partire dal 21 giugno». Anticipate anche le riaperture delle attività previste tra il 1 giugno e il 1 luglio. Sparirà anche il limite delle quattro persone per tavolo, ma l'attenzione dovrà rimanere alta in ogni caso: con i tavoli, appunto, che andranno disposti in modo da assicurare il mantenimento di almeno un metro di separazione tra i clienti di tavoli diversi negli ambienti al chiuso e all'aperto, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggetti al distanziamento interpersonale che afferisce alla responsabilità individuale. Pronta a ripartire anche la Puglia delle cerimonie nuziali, dei battesimi e delle comunioni in agriturismo a partire dal 15 giugno: un luogo in cui, visto la distanza dai posti affollati, il numero contenuto di posti letto e a tavola e «gli ampi spazi all'aperto dove le distanze si misurano in ettari, è forse più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza» evidenzia Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti. Un settore, forte di 900 unità in tutta la regione, che ha subito una perdita di fatturato stimata in oltre 100 milioni di euro, considerata la loro distanza dai centri urbani.


Insomma, si torna a sperare. E le prospettive incoraggianti riguardano anche il turismo straniero, grazie all'arrivo del green pass e al netto miglioramento della situazione dei contagi, continua Coldiretti Puglia: un'importante inversione di tendenza dopo che la spesa per il cibo delle vacanze, lo scorso anno, è scesa del 58 per cento, «al minimo da almeno un decennio». Ad essere avvantaggiate saranno soprattutto le città d'arte, storiche mete del turismo dall'estero, ma anche gli agriturismi della Puglia, appunto, dove gli stranieri - secondo Campagna Amica - rappresentano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti e il cibo «è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza, con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, oppure cibo di strada o specialità enogastronomiche». E senza dimenticare i souvenir. Sì, le prospettive sono incoraggianti: ma guai ad abbassare la guardia. Così anche Salvatore Sanghez, Confesercenti Puglia: «Andiamo sicuramente verso un periodo migliore di quello che ci siamo lasciati alle spalle, sia per il caldo che per l'aumento delle persone vaccinate, e poi abbiamo maggior cognizione di causa sul virus. Corriamo quindi veloci verso la zona bianca e la ripresa della vita normale, ma dovremo comunque rispettare i protocolli di sicurezza per evitare che succeda di nuovo quel che è successo l'anno scorso, quando in estate abbiamo pensato che la pandemia fosse finita: sbagliando».


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