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Rigenerazione urbana, contributi per i comuni sopra i 15 mila abitanti



Risorse fino a 20milioni di euro per i comuni con una popolazione superiore ai 15mila abitanti per la realizzazione di interventi per la rigenerazione urbana volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, e al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale delle città italiane. È quanto prevede il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 gennaio 2021 che definisce i criteri per accedere ai fondi stanziati dalla Legge di Bilancio 2020.


Potranno partecipare alla ripartizione dei fondi – 150 milioni di euro quelli previsti per il 2021 – tutti i Comuni capoluogo di provincia o sede di Città Metropolitana e i Comuni non capoluogo con una popolazione superiore a 15mila abitanti. Ognuno può presentare progetti per un contributo massimo di 5, 10 o 20 milioni di euro secondo tre diverse fasce di popolazione.


Sono 8,5 i miliardi di euro previsti per gli interventi di rigenerazione urbana fino al 2034: 150 milioni per il 2021, 250 milioni per il 2022, 550 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, pari a 700 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034.


I fondi finanzieranno lavori per la manutenzione e il riuso di aree ed edifici pubblici, interventi di ristrutturazione edilizia degli immobili pubblici e per la mobilità sostenibile.


Come vengono ripartiti i fondi

Possono richiede il contributo i Comuni capoluogo di provincia o sede di Città Metropolitana e i Comuni non capoluogo con una popolazione superiore a 15mila abitanti.

Ciascun comune potrà fare richiesta di contributo per uno o più interventi nel limite massimo di:

  • 5 milioni di euro per i comuni con popolazione da 15.000 a 49.999 abitanti;

  • 10 milioni di euro per i comuni con popolazione da 50.000 a 100.000 abitanti;

  • 20 milioni di euro per i comuni con popolazione superiore o uguale a 100.001 abitanti e per i comuni capoluogo di provincia o sede di città metropolitana.

Interventi ammessi

I contributi previsti dal DPCM del 21 gennaio 2021 sono concessi ai comuni che ne fanno richiesta per singole opere pubbliche o insiemi coordinati di interventi pubblici (anche opere incompiute), che mirino alla riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale e che siano volti al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale attraverso interventi di:

  • manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e strutture edilizie pubbliche esistenti per finalità di interesse pubblico anche attraverso la demolizione di opere abusive realizzate da privati

  • miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale, anche mediante interventi di ristrutturazione di immobili pubblici, grazie allo sviluppo di servizi sociali, culturali, educativi e didattici e alla promozione di attività sportive e culturali

  • mobilità sostenibile

Il finanziamento può essere utilizzato sia per la realizzazione dell’opera che per coprire le spese relative alla progettazione esecutiva dell’opera da realizzare.


Tempi di realizzazione

Una volta ottenuto il contributo statale i Comuni hanno 15 mesi di tempo per l’affidamento dei lavori (20 mesi per i lavori di importo superiore a 2,2 milioni di euro). Ai Comuni che hanno ottenuto il contributo anche per la progettazione esecutiva sono concessi altri 12 mesi.

Come presentare la domanda

I Comuni potranno presentare le richieste di contributo esclusivamente sulla nuova Piattaforma di Gestione delle Linee di Finanziamento (GLF), integrata nel sistema di Monitoraggio delle Opere Pubbliche (MOP) entro le ore 23.59 del 4 giugno 2021. La domanda potrà essere inoltrata tutti i giorni dalle 8 alle 20, inclusi i giorni festivi.

Il Ministero dell’Interno, con apposito decreto ministeriale del 2 aprile 2021, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 aprile 2021, ha reso noto il modello che i comuni dovrranno utilizzare per la presentazione della domanda.


Quali comuni possono aderire al Sud

Dati ISTAT alla mano, sono oltre 250 i comuni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) che possono chiedere i contributi:


Puglia

Cerignola, Foggia, Lucera, Manfredonia, Orta Nova, San Giovanni Rotondo, San Severo, Torremaggiore (Foggia), Acquaviva delel Fonti, Adelfia, Altamura, Bari, Bitonto, Capurso, Casamassima, Castellana Grotte, Conversano, Corato, Gioia del Colle, Giovinazzo, Gravina di Puglia, Modugno, Loano di Bari, Molfetta, Monopoli, Noci, Noicattaro, Palo del Colle, Polignano a Mare, Putignano, Rutigliano, Ruvo di Puglia, Santeramo in Colle, Terlizzi, Triggiano, Valenzano (Bari), Castellaneta, Ginosa, Grottaglie, Manduria, Martina Franca, Massafra, Mottola, Palagiano, San Marzano di San Giuseppe, Taranto (Taranto), Brindisi, Carovigno, Ceglie Messapica, Fasano, Francavilla Fontana, Mesagne, Ostuni, San Vito dei Normanni (Brindisi), Casarano, Copertino, Galatina, Galatone, Gallipoli, Lecce, Nardò, Tricase (Lecce), Andria, Barletta, Bisceglie, Canosa di Puglia, Trani (Barletta-Andria-Trani).


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