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Più morti di tumore per chi vive ad Acquaviva, tasso più superiore per tumori alla prostata


Gli autori della ricerca, il prof. Roberto Cazzolla Gatti dell’Università di Bologna e la dott.ssa Alena Velichevskaya dell’Università Statale di Tomsk, hanno analizzato i tassi di mortalità degli ultimi 10 anni per 15 principali tipi di tumore segnalati tra i residenti a Taranto, di otto comuni limitrofi (Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Santeramo in Colle, Gioia del Colle, Putignano, Noci, Castellaneta, Massafra), collocati casualmente all’interno di un cono immaginario nella direzione del vento principale dal vertice della zona industriale di Taranto, e delle due province di Bari e Taranto coinvolte.

Allo stesso modo, Acquaviva delle Fonti (BA), distante circa 53 km da Taranto, registra una mortalità superiore allo standard nazionale per tumore alla prostata (+5%) e leucemia (+9%).


È da notare che i residenti di Massafra (TA), Castellaneta (TA), Acquaviva delle Fonti (BA) e Gioia del Colle (BA) presentano tassi di mortalità per tumore fuori norma rispetto alla nazione e alle province di appartenenza che sembrano essere specifici del sito (in particolare per fegato, prostata, leucemia e sindrome di Hodgkin).

Tra tutti i comuni analizzati, rispetto ai pochi superamenti sparsi rilevati a Noci (per i tumori rari) e a Casamassima (per melanomi cutanei), la situazione epidemiologica di Taranto (TA) risulta, invece, essere drammatica e quella di Massafra (TA), Acquaviva delle Fonti (BA) e Gioia del Colle (BA) altrettanto seria.

I residenti di queste quattro città, in particolare, mostrano tassi di mortalità per molti tipi di cancro più elevati non solo dello standard nazionale (che è «gonfiato» dagli altissimi tassi di mortalità per tumori delle regioni del Nord Italia, in particolare per i residenti dell’inquinatissima Pianura Padana, e della Campania), ma anche rispetto ai tassi di mortalità delle due province di Bari e Taranto di appartenenza.


«Abbiamo trovato — spiega il prof. Roberto Cazzolla Gatti, biologo ambientale ed evolutivo di origini pugliesi — prove importanti che, per 12 su 15 tipi di tumore, la mortalità diminuisce con la distanza dei comuni rispetto al sito industriale di Taranto. Tuttavia, abbiamo motivo di ritenere che altre cause locali possano essere implicate nell’eccesso di mortalità riscontrato in alcuni specifici comuni, che va oltre la potenziale dispersione di inquinanti dall’area industriale di Taranto.


La vicinanza con Taranto non può, infatti, spiegare tutte le anomalie rilevate in alcune popolazioni, come quelle di Massafra, Castellaneta, Gioia del Colle e Acquaviva. È probabile che altre fonti di forte inquinamento sito-specifiche stiano giocando un ruolo nel peggiorare il bilancio delle vittime di tumore di queste comunità e i risultati del nostro studio dovrebbero essere presi in seria considerazione dagli amministratori e dalle autorità locali».


La ricerca evidenzia, inoltre, alcuni dettagli che derivano dall’approfondita indagine. I tassi di mortalità per alcune tipologie di cancro che risultano in eccesso nella città di Taranto sono spesso più elevati anche nei comuni delle città più vicine. Tuttavia, solo Putignano (BA) e Santeramo (BA), tra tutti i siti di studio, mostrano bassi livelli per tutti i tipi specifici di tumore. Quindi, oltre alla conferma che i decessi per molti tipi di tumore sono superiori alla norma nel comune di Taranto (com’era da attendersi, ma quanto mai chiara dopo questo studio).


Più difficile individuare fonti sospette di contaminazione per i comuni di Castellaneta e Acquaviva in cui lo studio ha mostrato qualche eccesso di mortalità e dove, però, non sono presenti aree industriali, né impianti pericolosi. Sembra plausibile che l’estrema vicinanza di questi due piccoli comuni a Taranto, Massafra e Gioia del Colle possa renderli vittime di «inquinamento indiretto».


A Gioia del Colle (Ba) da decenni, durante e prima del decennio periodo considerato in questo studio, sono state condotte sperimentazioni sul trattamento dei rifiuti presso l’Ansaldo su un impianto senza fiamma e su un impianto di incenerimento presso il centro combustioni dello stesso sito, con sperimentazioni su varie tipologie di rifiuti, anche speciali e radioattivi (Regione Puglia. Bollettino della Regione Puglia n. 42 del 6.4.2017).

Nel 2019 le autorità hanno attuato un sequestro preventivo dell’impianto di dissociazione molecolare a causa dello «smaltimento illegale documentato di rifiuti pericolosi contenenti composti chimici cancerogeni e mutageni del feto materno, fanghi acidi e residui di reazioni chimiche industriali». Inoltre, l’estrema vicinanza al centro abitato della città di Gioia del Colle dell’aeroporto militare «36° Stormo», dove erano immagazzinate armi radioattive, sono in funzione radar militari, sono state gestite le scorie nucleari derivanti dalle sperimentazioni effettuate presso l’Itrec in Basilicata, e dalla quale decollano quotidianamente aerei da combattimento in grado di rilasciare ingenti quantità di gas di scarico contenenti anche cancerogeni sulle aree limitrofe al paese desta da sempre grande preoccupazione nella popolazione locale.


Dalle analisi effettuate dall’ Arpa Puglia sulla qualità dell’aria del centro urbano di Gioia del Colle, infatti, sono emersi dati indicativi relativi al rapporto toluene/benzene (T/B). Questo rapporto permette di distinguere le fonti di contaminazione chimico-industriale da quelle di inquinamento atmosferico veicolare-stradale.


Questi valori potrebbero essere indicativi di una fonte intermittente di inquinamento chimico-industriale, come una fabbrica che lavora a giorni alterni (esperimento sull’inceneritore di rifiuti?) o un aeroporto che opera prevalentemente in giorni lavorativi selezionati (aeroporto militare?). Il toluene, infatti, è un inquinante rilevante delle produzioni industriali e un componente dei carburanti per aerei militari.


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