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La Puglia approva l'abbattimento dei cinghiali a difesa delle colture

Aggiornamento: 16 nov 2021



“Quattro mesi fa la giunta regionale negava l'ipotesi di ricorrere all’uccisione indiscriminata degli ungulati avanzata da un consigliere, oggi invece fa dietro front e permette agli agricoltori di imbracciare un fucile e "risolvere" il problema con metodi fai da te. La presidente LNDC Animal Protection Piera Rosati: "Mi chiedo il perché di questa decisione insensata, oltre che inefficace come ribadito da diversi ricercatori scientifici" Bari, 15 novembre 2021 - La Giunta regionale pugliese ha approvato una delibera con cui si dà il via libera allo sterminio dei cinghiali che avrebbero invaso il territorio, causando danni milionari all'agricoltura e rappresentando un pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini.


Questo stando a quanto affermato da Coldiretti che ha fortemente voluto questo provvedimento che, tra le altre cose, autorizza gli agricoltori a farsi "giustizia" da soli sparando direttamente agli ungulati che dovessero trovarsi nei loro fondi, essendo muniti di apposita licenza di caccia. "Solo quattro mesi fa la Giunta pugliese si rifiutava di autorizzare l'abbattimento richiesto da un consigliere di Fratelli d'Italia", commenta Piera Rosati - Presidente Nazionale LNDC Animal Protection.


"Avevo anche scritto una lettera al Presidente Emiliano congratulandomi per questa decisione, ma evidentemente le pressioni di Coldiretti sono state più forti del buon senso espresso all'epoca dai membri della giunta regionale. Sono francamente basita e amareggiata da questo dietro front avvenuto nel giro di così poco tempo e senza un vero motivo".

"Come già detto più volte in passato, l'abbattimento non è un metodo efficace per

contenere la popolazione di cinghiali anche se potrebbe sembrare così.

Uccidere la matriarca, che è la femmina più esposta essendo quella che sposta i cuccioli, fa in modo che le altre femmine vadano in calore e quindi si riproducano più velocemente. In questo modo, il numero dei cinghiali aumenta esponenzialmente. Questi sono fatti, non opinioni, espressi da diversi ricercatori che però non vengono ascoltati da chi ha potere decisionale per motivi che francamente mi sfuggono ,continua Rosati.

"Ancora una volta vince la cultura della morte e della violenza anziché affidarsi alla scienza e al buon senso. Perché si continua a perseverare su strade che finora hanno solo aggravato il problema anziché risolverlo? Perché non si vogliono cercare metodi alternativi che possano garantire una pacifica e corretta convivenza tra gli uomini e gli altri animali? Davvero non si capisce il motivo per cui ci si ostini a scegliere di uccidere anziché promuovere un approccio più rispettoso verso gli animali che, tra l'altro, sarebbe anche più efficace per il loro contenimento", conclude Rosati.


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