Lo comunica il sindaco di Acquaviva Davide Carlucci sulla sua pagina Facebook
Sebbene non si tratti di un appalto del Comune, comunico che è in corso la gara per la ristrutturazione e riutilizzo del Ricovero Umberto I ad Acquaviva. L'avviso pubblico, per un valore di un milione e 643mila euro, è stato pubblicato su Enpulia dalla fondazione Opere laiche pubbliche palatine pugliesi, che intende adibire la struttura a "Polo multifunzionale intergenerazionale".
Faccio questa comunicazione perché molti, in questi anni, ci hanno a più riprese chiesto perché quella struttura fosse lì inutilizzata e perché non si facesse nulla per riattivarla.
Abbiamo sempre risposto che la proprietà dell'immobile era della Fondazione e che il Comune avrebbe, per quel che era nei suoi poteri, favorito la realizzazione di un progetto di riuso del bene.
E lo abbiamo fatto concretamente, rinunciando, dopo molti incontri e comunicazioni, e dopo due gradi di giudizio che vedevano il Comune soccombente nei confronti della fondazione, a continuare a coltivare un contenzioso che avrebbe portato a un'ulteriore dilatazione dei tempi, rimandando a chissà quando la realizzazione di tale struttura, che potrà solo portare benefici agli anziani, oggi ospitati dal Comune nel Centro sociale polivalente di piazza dei Martiri. Una ricerca pubblicata qualche mese fa negli Stati Uniti, dimostra infatti che il volontariato fa bene alla terza età e addirittura allunga la vita.
Ben vengano, dunque, strutture che si occupano di come migliorare la socialità degli ultrasessantenni. Quando la struttura andrà a regime, potremo dire finalmente che la collaborazione, come nel caso del Parco giochi e del campo di via Roma, affidati in gestione al Comune con la collaborazione del centro anziani, paga di più, in termini di servizi alla città e di miglioramento della qualità della vita, dei contenziosi che si trascinano da decenni.
Sarebbe bello se questo avvenisse anche per il Convitto e l'ex Istituto magistrale, chiusi da anni per una causa infinita, o per l'ex ospedale Miulli, per il cui riutilizzo ci battiamo da ormai otto anni. Gli spazi chiusi producono necrosi urbana, la rigenerazione restituisce vita ai quartieri e alle comunità. A volte per sbloccare le opere e i cantieri non servono chissà quali finanziamenti, ma un po' di buon senso e di cooperazione tra le realtà presenti nei territori.
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