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Il farmaco anti Covid parla anche pugliese



«Abbiamo ragionato su come "nascondere" K353S al virus, impedendo l’infezione della cellula e la riproduzione. Non potevamo usare proteine come gli anticorpi monoclonali, perché possono creare reazioni allergiche. Così abbiamo pensato agli aptameri, filamenti di DNA che si legano alle proteine e la proteggono, continuando a a farla funzionare. Ne abbiamo trovati due che hanno una particolare affinità con»


Quanto è durato lo studio ?

«Abbiamo avuto le prime evidenze alla fine del 2020, poi abbiamo lavorato al brevetto è abbiamo pubblicato i risultati. Il lavoro non è finito:

stiamo continuando a studiare gli organi target e l'eventuale tossicità di questi trattamenti. Sono ricerche che richiedono denaro, e infatti siamo aperti ai finanziamenti per rendere questo lavoro disponibile a tutti. Il fatto che siano stati impegnati tre istituti di altissimo livello dimostra come la condivisione sia la chiave per uscire da questa

situazione»

Che idea si è fatto di questo virus? Quando pensa che ne usciremo?

«Non mi lancio in previsioni, buone solo per essere smentite. Ma abbiamo fatto enormi passi in avanti sull'impatto sociale della malattia, imparando a convivere.»


Professore Vincenzo Lionetti, docente di Anestesiologia dell'Istituto Sant'Anna di Pisa


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