Acquaviva, quella misteriosa scritta che nessuno riesce a decifrare: ecco tutte le ipotesi
- New Acquaviva
- 9 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min

di Giancarlo Liuzzi
Una sequenza di 17 lettere scolpite attorno un simbolo a forma di scudo con una stella al centro. È la descrizione della misteriosa e antica scritta posta su una parete di via arco Ennio Calvo, nel centro storico di Acquaviva delle Fonti(nella foto). Un’iscrizione incisa su una lastra in pietra che sinora nessuno è mai riuscito a decifrare.
Da anni infatti gli storici stanno cercando di fornire un’interpretazione a questo rompicapo. C’è chi pensa si possa trattare di un rimando all’antico passato ebraico della zona e chi invece propende per un significato prettamente religioso. Sta di fatto però che nonostante varie ipotesi all’enigma non è stata ancora fornita una traduzione ufficiale. Un rebus che assomiglia ai 624 caratteri che compongono la frase incomprensibile presente invece nella Basilica di San Nicola di Bari.
La scritta si trova in via arco Ennio Calvo, una stretta stradina situata alle spalle della Concattedrale di Sant’Eustachio, nel borgo antico del “paese della cipolla rossa”. Il vicolo prende il nome da una nobile famiglia locale che risiedeva qui, al civico 3, proprio dove si trova esposta la sibillina targa, incastonata nella parete color ocra dell’antica abitazione.
Di forma rettangolare, contiene al suo interno 17 lettere intervallate da piccoli triangoli (un modo utilizzato nelle iscrizioni latine per separare i caratteri tra di loro) che girano attorno a uno stemma con una stella al centro posta tra due decori vegetali.
I simboli sono abbastanza consueti, presenti tra i documenti di differenti ordini religiosi quali i Carmelitani o i Frati predicatori Domenicani. Ma la sequenza delle lettere non ha apparentemente un senso compiuto.
Nel 1994 Vito Gentile, ex direttore della biblioteca comunale di Acquaviva, cercò di dare una sua interpretazione, inserendola nel volume “Viaggio nel mondo del dialetto acquavivese” .
L’esperto sostenne che, leggendo la cornice di caratteri in senso antiorario ed escludendo l’ultimo rigo in basso, si ottiene: ATTHEDESMFDSC. Una parola inesistente che però divisa in spezzoni darebbe come significato in latino: “(Questo) tempio (è stato) (ri)adattato (per il culto di) Cristo Salvatore Figlio di Maria (e) di Dio”. Con le cinque lettere alla base che indicherebbero infine la datazione della targa: il 1602. La soluzione (che l’autore non dà per certa) rimanda alla storia di questa parte del paese, che tra il XIV e il XV secolo fu sede della Giudecca, il quartiere popolato dalle famiglie ebree. Quindi il “tempio (ri)adattato” della traduzione indicherebbe la trasformazione di un edificio dal culto ebraico al culto cristiano, facendo così intendere la presenza in questo punto di una vecchia sinagoga. Una differente chiave di lettura è invece quella fornita dallo storico barese Pietro Mazzeo, al quale abbiamo sottoposto la scritta. Secondo lo studioso ogni singola lettera è l’iniziale di una specifica parola: rappresenterebbe così un’invocazione verso la Madonna alla quale viene affidato in protezione il fabbricato. Il testo latino reciterebbe: “A(VE) C(USTOS) S(ANCTAE) D(OMUS)/ T(IBI) F(ILIO)/T(IBI) M(ATRI)/H(A)E(C) D(OMUS) E(RECTA) S(ANCTA)/IDCII” che tradotto è: “Ave, o Custode di (questa) Casa Santa! A Te, Figlio, A Te, Madre, è stata eretta questa Santa Casa. 1602”. «La “Santa Casa” è la chiesa - aggiunge Mazzeo-. L’edificio quindi poteva far parte di un complesso ecclesiastico o semplicemente rappresentare l’abitazione di un credente devoto. Mentre il “custode” è la Vergine, alla cui figura rinvia il simbolo della stella dell’ordine carmelitano presente al centro dell’iscrizione». Nonostante le due attente letture, il significato della targa rimane ancora un enigma irrisolto, anche per gli attuali proprietari dell’immobile che, dopo il recente restauro della facciata, hanno voluto lasciare la lastra in quel punto, così da stuzzicare la fantasia di studiosi e curiosi.
Articolo di barinedita.it
Comments