Acquaviva delle Fonti, Lucia - ragazza del ‘46 - racconta il suo voto per la Repubblica
- New Acquaviva
- 3 giu 2021
- Tempo di lettura: 2 min

di FRANCO PETRELLI
Lucia Busto, 100 anni compiuti pochi giorni fa, quel giorno non lo ha mai dimenticato. E di tanto in tanto lo rievoca con i familiari e i conoscenti. «Per me - ci racconta tramite la figlia Antonia Castellaneta - quella mattina che sono andata per la prima volta alle urne è stato un momento di svolta. Da allora ho sempre pensato che l’aspirazione più importante per una donna sia il lavoro, e che le donne non devono mai stancarsi di lottare per i propri diritti».Nata a Sammichele, trasferitasi poi ad Acquaviva, Lucia 75 anni fa esercitò il diritto sacrosanto di esprimere la propria scelta tra repubblica e monarchia. Optò per la repubblica.
Da un po’ di tempo la vegliarda avverte problemi all’udito. Nei mesi scorsi, una mattina si sveglia e dice di non sentirsi bene. Il tampone emette il verdetto: è positiva al Covid. Subisce un blocco renale, supera il contagio, e i reni riprendono a funzionare.
Pochi giorni fa la festa per il centesimo compleanno, con 7 degli 8 figli (uno purtroppo è deceduto), i tanti nipoti e pronipoti. E il film dei ricordi si snoda nella mente. Una vita lunghissima, la sua, dipanatasi nelle campagne, ad accudire pecore e mucche, e a coltivare la terra, al fianco del compianto marito, in masseria.
Poi la chiamata alle urne, sulle macerie di una guerra finita appena da un anno. «Quella domenica del 2 giugno 1946 piazza Vittorio Veneto a Sammichele era piena di gente, come non mai, le file ai seggi lunghissime, capivo la svolta che si stava verificando».
Come ha votato? «Ho dato il mio consenso alla nascita della repubblica. Apprezzavo le idee socialiste e riformiste del mio caro marito».
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