La task force regionale ha invece ascoltato i titolari di alcune ditte che hanno partecipato al banchetto da 8,5 milioni (poi lievitati fino a 18), inserendosi nell'appalto assegnato alla Cobar-Item Oxygen grazie alle loro diverse specializzazioni. La loro scelta è stata assolutamente discrezionale, anche se si tratta di eccellenze nei rispettivi settori. La coincidenza, saltata agli occhi sia dei funzionari regionali che dei finanzieri, è che si tratti tendenzialmente di aziende di Acquaviva delle Fonti (la città di Lerario), Noci e Altamura.
Il sospetto è che la possibilità di ottenere i subappalti fosse stata preannunciata da qualcuno prima ancora che la gara fosse indetta (nel novembre 2020) e che quelle promesse sarebbero state poi mantenute e, anche per questo, gli imprenditori fossero pronti a soddisfare le richieste a tempo di record.
Un'eventualità che, nei mesi scorsi, era balenata anche agli uomini della guardia di finanza, che avevano messo insieme i dati degli atti acquisiti (prima su internet e poi durante le perquisizioni alla Regione e ai titolari delle ditte) con le intercettazioni e con le dichiarazioni di alcune persone informate sui fatti. Tra queste il direttore generale del Policlinico (che gestisce l'ospedale Covid), Giovanni Migliore, e il commissario Vitangelo Dattoli. Proprio con il Policlinico aveva interloquito a lungo Mario Lerario, l'allora dirigente della Protezione civile che aveva gestito l'intera partita del maxi-presidio insieme al suo braccio destro Antonio Mercurio. Lerario è in carcere per corruzione dal 23 dicembre , Mercurio indagato e nessuno dei due, finora, è stato interrogato dagli investigatori o dai pm sulla questione Fiera.
Del resto, che girassero troppo spesso i nomi delle stesse aziende era emerso anche nel corso delle audizioni della Prima commissione regionale convocata per fare luce sulle spese della gestione pandemica sotto la guida di Lerario. Una gestione fondata in buona parte su affidamenti diretti, con spese totali per 129 milioni di euro nel 2020 e 73 milioni nel 2021. Come dimostrato dalle carte portate in commissione dai dirigenti regionali Ciro Imperio e Nicola Lopane (quest'ultimo nominato a capo della Protezione civile dopo l'arresto di Lerario).
Negli affidamenti, per esempio, ricorrono i nomi della ditta Zema che ha avuto, tra gli altri, 18mila euro per attrezzature dell'hub vaccinale (la spesa totale nei due anni si aggirerà attorno ai 2 milioni di euro) nonché il compito di arredare la fabbrica di dpi e la sede della Protezione civile. La Item Oxygen di Altamura (che in raggruppamento con Cobar ha realizzato l'ospedale in Fiera) a cui sono andati 3 milioni per apparecchiature per la telemedicina. Poi la Dmeco Engineering (di quel Donato Mottola finito ai domiciliari per aver pagato a Lerario una presunta tangente da 20mila euro) e la Cobar fra le aziende chiamate più spesso a realizzare strutture prefabbricate di emergenza, costate in due anni 9,5 milioni di euro.
Alla Fiera del Levante ha lavorato anche la GScavi di Francesco Girardi di Acquaviva delle Fonti, che per 181mila euro si è occupata del parcheggio esterno. La Sismed è comparsa in diversi affidamenti per la fornitura di apparecchiature per oltre 6 milioni di euro. E poi la Medical Broking. In due due anni le spese per l'ospedale in Fiera si sono aggirate attorno ai 20 milioni di euro oltre a quelli inizialmente previsti per la realizzazione.
Gli accertamenti che la task force sta effettuando sugli atti amministrativi potrebbero presto incrociare quelli della Procura, perché se il gruppo dovesse ravvisare estremi di reati penali dovrebbe immediatamente informare i magistrati. Lerario, intanto, attende la fissazione dell'appello cautelare, per chiedere nuovamente di lasciare il carcere.
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