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Rifiuti radioattivi, il Parco Alta Murgia dice no al deposito

Aggiornamento: 17 gen 2022


"La candidatura ufficiale a Geoparco Unesco ufficializzatasi il 29 novembre scorso da parte del Comitato nazionale italiano Geoparchi mondiali Unesco e l'approvazione della perimetrazione delle Aree Contigue (che include i territori di Laterza, Acquaviva delle Fonti e i centri urbani dei comuni del Parco esclusi dal suo perimetro) sono un forte freno allo smaltimento nucleare".


E' quanto si legge tra le osservazioni che il Parco nazionale dell'Alta Murgia, nel Barese, ha inviato alla Regione Puglia per motivare il proprio no all'eventualità di ospitare un deposito di rifiuti radioattivi nell'area murgiana. Dopo la richiesta da parte della Sogin di produrre eventuali altre osservazioni volte all'individuazione del sito per il deposito di rifiuti radioattivi“.

"L'area delle Murge non è tra quelle idonee a “custodire” rifiuti radioattivi, ma specie animali e vegetali protette, bellezze naturali di elevato pregio e un patrimonio geologico che aspira al riconoscimento Unesco. Con la perimetrazione delle Aree Contigue e la candidatura ufficiale a Geoparco abbiamo in mano due carte potenzialmente vincenti per allontanare un’ipotesi assurda che penalizzerebbe l’economia del territorio".

Il presidente del Parco dell’Alta Murgia, Francesco Tarantini, ribadisce il suo no all'ipotesi del sito di stoccaggio nel territorio murgiano, presentando alla Regione ulteriori osservazioni che motivano la contrarietà al progetto.

"Dopo la richiesta da parte della Sogin di produrre eventuali altre osservazioni volte all'individuazione del sito per il deposito di rifiuti radioattivi - spiega l'ente in una nota - il Parco Nazionale dell’Alta Murgia le ha formulate e trasmesse in questi giorni alla Regione Puglia, cabina di regia di un tavolo tecnico istituito a margine.

"Con le integrazioni formulate – dichiara Francesco Tarantini, presidente dell'ente Parco – sono nero su bianco tutti i motivi per cui l’area delle Murge non è tra quelle idonee a “custodire” rifiuti radioattivi, ma specie animali e vegetali protette, bellezze naturali di elevato pregio e un patrimonio geologico che aspira al riconoscimento UNESCO.

Con la perimetrazione delle Aree Contigue e la candidatura ufficiale a Geoparco abbiamo in mano due carte potenzialmente vincenti per allontanare un’ipotesi assurda che penalizzerebbe l’economia del territorio".

L'istituzione del Geoparco, rileva l'ente, "sarebbe un forte deterrente all'ipotesi di realizzazione del deposito, inconciliabile con il patrimonio naturale, geologico e culturale delle Murge.

Oltre alla Regione, a sostegno della candidatura ci sono numerosi soggetti pubblici e privati, tra cui l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (ISPRA), l’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia, il CNR-Istituto di Geologia Ambientale e Geo-ingegneria, la Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA), l’Ordine dei Geologi della Puglia, la Federazione Italiana delle Associazioni e Club per l’Unesco, l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, il Prof.

Bilal Haq dello Smithsonian Institution (Washington DC) e della Sorbonne University". Inoltre, come evidenziato nelle ultime osservazioni, "un ulteriore freno al deposito sarebbe la recente approvazione da parte della Regione (delibera n. 1932 del 29/11/2021) della perimetrazione delle Aree Contigue, uno strumento di tutela previsto dalla Legge quadro sulle aree protette, che oltre a valorizzare sul piano ambientale, geologico ed economico le aree limitrofe al Parco, include i territori di Laterza, Acquaviva delle Fonti e i centri urbani dei comuni del Parco esclusi dal suo perimetro".

Infine, a sostegno del no allo smaltimento nucleare "c'è la sinergia tra il Parco Nazionale dell'Alta Murgia e il Parco della Murgia Materana, che già da tempo collaborano per la pianificazione coordinata delle aree gestite, allo scopo di integrare in un “sistema delle gravine” le componenti naturali, culturali ed etno-antropologiche dei due territori, tutelando habitat e specie di importanza conservazionistica a livello nazionale e comunitario. La volontà è di sottoscrivere a breve un protocollo d'intesa tra i due enti, che coinvolga anche la Provincia di Taranto".


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