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Pantera ultimo avvistamento a Sammichele di Bari: «Si nasconde tra le lame»




Le ultime tracce della pantera che da un paio di mesi si aggira in Terra di Bari sono state rilevate la scorsa settimana da agricoltori e allevatori nella campagna di Sammichele. Ma l’unico componente di pubblica sicurezza a vederla finora a distanza molto ravvicinata è stato un carabiniere: il 18 febbraio, accorso insieme con altri colleghi delle forze dell’ordine all’ospedale Di Venere, ne ha notato il passo felpato all’incrocio tra via Trisorio Liuzzi e via Marchitelli, mentre l’esemplare si spostava dalla zona del mercato di Carbonara verso Santa Rita con destinazione Lama Picone. Sono proprio i solchi tipici del nostro paesaggio, dove convogliano le acque provenienti dall'altopiano della Murgia (e dove si trovano anche cibo e nascondigli), l’habitat preferito da questo leopardo, abituato a spostarsi prevalentemente nelle tenebre squarciate dalla luce riflessa della luna. Il secondo plenilunio della stagione invernale in molte culture è conosciuto come la Luna del lupo (così, secondo la tradizione, viene denominata la luna piena che appariva quando i lupi, affamati, ululavano intorno ai villaggi). Il terzo (sabato scorso) potremmo chiamarlo la Luna della pantera, visto che in queste notti, a cavallo fra febbraio e marzo, il felino si è aggirato e si aggira prevalentemente nel silenzio della penombra, condizione ideale per cacciare.


«L’animale non sembra particolarmente aggressivo, ma si tratta pur sempre di una pantera». Giovanni Scillitani è docente di Zoologia dei vertebrati al Dipartimento di Biologia dell'Università di Bari. Ha contribuito a stilare l’elenco di indicazioni da seguire diffuso una decina di giorni fa dopo un tavolo tecnico in Prefettura: prestare la massima attenzione agli spostamenti in aree periferiche, poco frequentate e scarsamente illuminate, soprattutto nelle ore notturne, evitando passeggiate e sport all'aperto, stare attenti quando si è in case di campagna isolate, mantenersi a distanza da ruderi, cataste in legno e materiali edili abbandonati, avvicinarsi con cautela e attenzione ad alberi di grandi dimensioni, perché il felino può nascondersi tra i rami, tenere sotto controllo gli animali domestici e da compagnia e, in caso di investimento di grandi animali, evitare di scendere dall’auto se non si è assolutamente certi del tipo di esemplare investito. «Sono precauzioni da tenere sempre in considerazione - spiega Scillitani - anche se è chiaro si tratti di un animale cresciuto in cattività, altrimenti non lo si vedrebbe di giorno. La cautela è d’obbligo, ma riesce difficile pensare che possa attaccare l’uomo. Nella storia degli avvistamenti non c’è mai stata una aggressione agli esseri umani né in questo caso risultano particolari attacchi in fattorie e ovili. Quindi non sarebbe la prima volta se a un certo punto non la vedessimo più, come presumibilmente accaduto con la pantera di San Severo segnalata lo scorso anno. Tendo a escludere che si tratti dello stesso esemplare, anche perché altrimenti in questi mesi avremmo avuto altre segnalazioni, soprattutto di predazioni. In definitiva, non essendo abituati a vivere in natura, a meno che imparino le astuzie per catturare ad esempio i cinghiali, propendo più per una morte naturale. Peraltro è difficile anche trovarne il cadavere perché negli ultimi giorni di vita questi animali si nascondono».




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