Il momento epidemiologico che vive il nostro Paese in questo momento è di forte incertezza. Il famigerato indice Rt è superiore ad 1 praticamente in tutte le regioni. Questo significa che il virus nelle ultime settimane ha continuato a circolare almeno al ritmo delle precedenti e che la pausa natalizia non ne ha certamente frenato la diffusione, anzi.
Guardando quello che succede intorno a noi in Europa non c'è da stare tranquilli. Insomma, mai come ora è importante attuare manovre di contenimento.
Ma i sacrifici che faremo oggi valgono almeno il doppio rispetto a quelli fatti in autunno.
Le misure di contenimento, infatti, altro non fanno che abbassare la famosa curva epidemica. Abbassare la curva significa rallentare la velocità di trasmissione, ovvero diluire nel tempo la probabilità di ammalarsi.
Ed è proprio di tempo che oggi abbiamo bisogno. Il sacrificio di oggi vale doppio perché oggi sappiamo che un giorno guadagnato significa migliaia di persone vaccinate in più. Significa cioè casi di sofferenza e morte evitati. Non più spostati in avanti nel tempo, come poteva essere qualche mese fa, ma EVITATI.
E' la differenza fra le misure di prevenzione non farmacologiche (distanziamento, mascherina, ecc.) e la prevenzione vaccinale. Le prime servono a rallentare la diffusione, per consentire una adeguata risposta terapeutica. La vaccinazione è l'unica misura, invece, che previene davvero l'infezione e la malattia.
Il cammino verso la vetta è sempre lungo. Forse gli ultimi metri sono quelli ancora più faticosi, perché si è stanchi del lungo cammino. Ma quando la vetta è in vista, la stanchezza deve essere ignorata per lasciare spazio all'energia dello sprint finale. E' con questo spirito che dobbiamo affrontare questo inverno. La vetta è in vista.
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