Sono già 4 milioni e mezzo circa in Puglia, ma è un numero destinato a crescere, le mascherine ffp2 ed ffp3 che dovranno essere riconsegnate perché facenti parte delle tipologia delle quali la Guardia di Finanza di Gorizia ha disposto il sequestro in tutta Italia in quanto risultate non a norma.
La mascherine, consegnate in diverse successive forniture nei mesi scorsi tramite il Dipartimento nazionale della Protezione civile, sono state stoccate tutte nel deposito della Protezione civile regionale, nell’aeroporto di Bari, e da lì progressivamente distribuite a tutti gli ospedali pugliesi.
Sabato 10 aprile, poi, la Protezione civile regionale «a seguito di comunicazione pervenuta dalla Gdf di Gorizia relativa al sequestro di dpi risultati non conformi alle normative vigenti», ha diramato una circolare con la quale ha disposto «il blocco immediato dell’utilizzo e il richiamo» di 12 tipologie di mascherine. Nel solo deposito della Protezione civile a Bari ce n'erano ancora in giacenza circa 3milioni ffp3 e un milione e mezzo ffp2, ma a queste vanno aggiunte tutte quelle che saranno riconsegnate dagli ospedali entro il 15 aprile.
REGIONE PUGLIA: «ABBIAMO SCORTA DPI» -
«Sono state accantonate e ritirate dalla distribuzione le mascherine oggetto di sequestro da parte della Procura della Repubblica di Gorizia. È utile precisare che non si tratta di materiale acquistato dalla Regione Puglia, ma di materiale ricevuto dalla struttura commissariale per l'emergenza Covid»: lo comunica ul dirigente della Protezione civile regionale, Mario Lerario.
«Il ritiro dei materiali - spiega Lerario - non mette in difficoltà il sistema distributivo della Puglia perché, su indirizzo del presidente Emiliano, già a partire dalla prima fase dell’emergenza, ci siamo per tempo dotati di una scorta strategica e possiamo contare su una fabbrica pubblica di proprietà della Regione che produce Dpi, quotidianamente attiva e pronta ad incrementare ulteriormente la produzione in caso di necessità. Per questo, siamo in grado di far fronte senza impatto a questo tipo di imprevisti e, in ogni caso, a coprire il fabbisogno regionale per almeno due mesi».
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