Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, a conclusione di complesse indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico di oltre 20 soggetti, ritenuti capi e affiliati del clan Loiudice, attivo sull’aera murgiana, indagati, a vario titolo, oltre che di associazione di tipo mafioso armata e di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, anche di altri gravi reati, tra cui ricettazione di auto rubate ed estorsione, turbativa d’asta immobiliare e sfruttamento della prostituzione.
Ricostruite le attività del gruppo Loiudice, attivo ad Altamura e sull'area murgiana, dai contatti con i clan baresi a quelli con professionisti dei quali sarebbe stata accertata "la succube sudditanza verso gli interessi del clan". Sono state in tutto 24 le persone arrestate (e finite in carcere ai domiciliari) nel corso dell'operazione 'Logos', coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ed eseguita dai carabinieri.
L’attività della Direzione Distrettuale Antimafia e degli investigatori dell’Arma ha consentito di fotografare "la perdurante operatività dell’organizzazione criminale facente capo - spiegano gli investigatori - a Loiudice Giovanni, detto Giannino, legata dapprima al clan Parisi e in ultimo al clan Capriati, ed attiva con carattere di stabilità nel territorio di Altamura".
Le indagini hanno permesso di documentare "la pervasività dell’associazione, dotata di una struttura organizzativa stabile e caratterizzata dal ricorso sistematico alla violenza per imporsi nel controllo delle attività illecite nel territorio di Altamura, finalizzata alla commissione di una indefinita serie di delitti". In particolare, quelli contestati sono in materia di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, reati di turbativa d’asta immobiliare, associazione a delinquere, furti di autovettura ed estorsioni.
L’operatività dell’associazione - evidenziano gli investigatori - è stata documentata nel traffico di stupefacenti, "così come riscontrato dai numerosi episodi di spaccio accertati a dai sequestri di droga effettuati durante le indagini", nei furti di auto e nelle estorsioni, effettuate con il metodo del “cavallo di ritorno”, nello sfruttamento e nel favoreggiamento della prostituzione di alcune donne di nazionalità straniera e nella turbativa d’asta immobiliare. Con riferimento ai furti di autovetture, in particolare, sarebbero stati accertati circa 10 episodi criminosi, caratterizzati da un’organizzazione meticolosa e da una precisa ripartizione di ruoli.
Le indagini patrimoniali condotte dai Carabinieri hanno anche consentito alla Direzione Distrettuale Antimafia di chiedere e ottenere dal Giudice il sequestro preventivo di una società a responsabilità limitata, attiva nella commercializzazione di birra artigianale, riconducibile a Loiudice Giovanni e al figlio Alberto, nonché di un’autovettura di grossa cilindrata intestata a Giannino, conseguente "alla documentata sproporzione tra reddito dichiarato e le evidenze patrimoniali rilevate di circa 260.000 euro".
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