Insulti e minacce a Mattarella, tra i 11 indagati c'è anche un cardiologo acquavivese
- New Acquaviva
- 11 mar 2021
- Tempo di lettura: 2 min

Tutti o quasi accumunati da una simpatia per le destre, qualcuno in passato impegnato anche in Forza Nuova, antieuropeisti e negazionisti. Questo il profilo che va emergendo degli hater di Sergio Mattarella, gli undici indagati dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Eugenio Albamonte, accusati di offesa all'onore e al prestigio del Capo dello Stato, per gli insulti e le minacce di morte al Presidente della Repubblica fatti tramite i social network.
"Armiamoci e andiamo ad ammazzare quel figlio di tr...", "Ti auguro di morire male", "Non vedo l'ora che ci sia il tuo funerale", "Pezzo di me..., ti voglio vedere morto", sono alcuni dei messaggi incriminati, lanciati sul web contestando i provvedimenti anti-Covid.
Odiatori di diverse estrazioni
Si va dall'elettricista al cardiologo, fino al blogger. Questa mattina ad essere stati perquisiti dagli investigatori della Polizia, squadre mobili, Digos e polizia postale, sono stati così Simone Gagliardone, di Penago, in provincia di Asti, Renè Nani, di Gonzaga, in provincia di Mantova, Arjan Karagjozi, di Genova, Alessandra Pioli, di Terni, Carlo Botta, di Grosseto, antieuropeista e fautore dei mini bot, Rosario Ricci, di Viterbo, Irena Salati, di Marino, in provincia di Roma, Alessio Pichi, di Aprilia, in provincia di Latina, Salvatore Giuseppe Ingrosso, di Sava, in provincia di Taranto, Alessandro Bellomo, di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, e Vito Contesi, di Bari.
Nel mirino non solo contro Mattarella
La campagna d'odio non sarebbe stata rivolta solo contro Mattarella, anche se il Presidente della Repubblica sarebbe stato preso particolarmente di mira. Secondo gli inquirenti offese e minacce sarebbero state indirizzate anche contro gli ex premier Giuseppe Conte e Mario Monti e l'ex ministro Elsa Fornero. Ad ogni Dpcm pubblicato, per ogni norma adottata per contenere la diffusione del coronavirus e in occasione di ogni comunicazione istituzionale gli insulti e le minacce sarebbero aumentati.
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