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In Puglia 25 casi di variante indiana del Covid: "Adesso temiamo che diventi dominante"



In tutta la regione sono 25 i casi di variante indiana sequenziati dall’Istituto di zooprofilassi di Puglia e Basilicata. La maggior parte dei positivi sono stati rintracciati nella città di Brindisi, due nel Barese e qualche altro caso in provincia di Lecce. Il numero potrebbe aumentare nei prossimi giorni: si attende la verifica su altri otto casi sospetti provenienti da Brindisi. Un particolare monitoraggio è in atto anche in altri cinque comuni della provincia di Lecce dove era stata accertata la presenza della variante.


A Brindisi nelle ultime due settimane sono stati individuati due cluster, 12 persone in tutto, che potrebbero arrivare a 20 se gli otto dovessero essere confermati. Il primo cluster è composto da dieci positivi: nove a Brindisi città e una donna a San Vito dei Normanni, tutti contagi collegati fra loro. Tre persone di questo gruppo sono finite in Terapia intensiva.

Il secondo cluster è stato riscontrato dopo la positività alla variante indiana di un uomo di 62 anni poi deceduto e di suo genero, sui cinquant’anni, che è stato ricoverato in rianimazione. Il 62enne aveva anche altre patologie, ma non gravi: per lui il Covid è stato devastante. Altri otto componenti della stessa famiglia hanno contratto il virus ed ora si attende l’esito del sequenziamento per scoprire la variante.


La Asl di Brindisi dopo aver individuato i primi casi nei due cluster ha immediatamente isolato gli altri positivi procedendo al tracciamento e subito dopo al sequenziamento per cercare di bloccare il contagio. In entrambi i cluster c’era soltanto una donna che aveva effettuato la prima dose di vaccino, gli altri non avevano ancora proceduto alla somministrazione. Dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, già a fine maggio avevano parlato di una variante più contagiosa. Nei casi di Brindisi è stata notata anche una maggiore aggressività.


"Dopo il primo caso abbiamo subito effettuato un tracciamento retrogrado degli altri contatti così che è stato possibile confinare i contagi — spiega Stefano Termine, direttore dipartimento Igiene e sanità pubblica della Asl di Brindisi — Se si riesce a isolare i contagi in tempo, possiamo bloccarne la diffusione. Sembrerebbe che tutti i prodotti vaccinali siano efficaci contro le varianti, ma soltanto a ciclo vaccinale completato. Bisogna stare molto attenti e continuare ad adottare le misure anticontagio".


A differenza dei casi precedenti, scoperti lo scorso mese nei comuni leccesi, in quelli di Brindisi nessuno aveva fatto viaggi all’estero o in Italia o aveva avuto rapporti con persone provenienti dall’India. Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro organizzato dalla Regione con l’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco; Antonio Parisi, direttore del laboratorio di biologia molecolare dell'Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata; Maria Chironna, responsabile del laboratorio di Epidemiologia molecolare del Policlinico di Bari, e i direttori Sisp delle Asl pugliesi per adottare una strategia per un sequenziamento più efficace per la identificazione delle varianti tra i positivi.


"La variante indiana ha iniziato a circolare nella nostra regione — spiega proprio Parisi — e potrebbe sostituire quella inglese, oggi dominante. Abbiamo iniziato un’attività di sorveglianza per intercettare il prima possibile l’insorgenza di nuove varianti e isolarle. L’intento è di mettere a sistema tutte le strutture che fanno diagnostica per tenere conto di tutti i tamponi analizzati".


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