Di seguito alla notizia diffusa da "Il Fatto Quotidiano"
Vertice dei ministri fino alle 4 del mattino per valutare l'introduzione di nuove misure restrittive dopo il giro di boa dei 10mila positivi: Dpcm atteso tra domenica e lunedì. Ipotesi chiusura locali notturni e stretta sugli sport. Ma sulle misure più pesanti non c'è ancora la sintesi e la trattativa prosegue. Il Pd in pressing su Conte. In mattinata nuovo incontro tra governo, Protezione Civile, regioni e il commissario Arcuri Un vertice dei ministri al buio, nel cuore della notte, per scongiurare un nuovo lockdown nazionale mettendo in campo nuovi provvedimenti restrittivi “mirati”. Ma quali provvedimenti? A Palazzo Chigi, dalle due alle quattro del mattino, i capidelegazione dei partiti di maggioranza hanno affrontato la questione con il premier Conte che entro lunedì dovrà firmare un nuovo decreto di contenimento dopo l’aggravarsi della situazione, certificato dagli oltre 10 mila contagi e più di 100 mila le persone positive che sono un po’ un giro di boa oltre il quale si torna a temere il peggio. Questa mattina un nuovo incontro tra governo, Protezione Civile, regioni e il commissario Arcuri. Prende corpo l’ipotesi di varo in abbinata alla manovra da 40 miliardi che nel fine settimana il governo intende inviare in Europa con gli aiuti che il governo intende mettere in campo per sostenere l’economia. Nel tavolo notturno sono balenate varie ipotesi su cui si allarga ora il confronto. Sul fronte delle misure: coprifuoco voluto dai sostenitori della “linea dura” Speranza e Franceschini (ma che secondo il premier sarebbe l’ennesimo colpo all’economia, quindi da evitare) oppure restrizioni ancora più nette sugli orari di bar, ristoranti e locali? La chiusura ipotizzata sarebbe alle 22, così da evitare il “rischio movida”. Altra ipotesi sul tavolo, quella di rendere lo smart working obbligatorio per il 70% nella pubblica amministrazione in modo tale da impattare meno sui trasporti. Più che probabile la stretta sugli sport da contatto, di base e a livello agonistico, gestiti dalle società dilettantistiche, con l’alt ad allenamenti e partite come il calcetto e il basket. Torna a essere valutato anche lo stop a piscine, palestre e circoli e si prepara una nuova stretta anche su eventi e manifestazioni pubbliche. Si parla anche di chiusure provvisorie per negozi non essenziali. Quello che non è in discussione, è l’apertura delle scuole: Azzolina non intende tornare alla didattica a distanza, si parla semmai di ingressi scaglionati con più lezioni al pomeriggio così da gravare meno sui trasporti. La ministra ha contestato duramente il governatore Vincenzo De Luca per la decisione autonoma di chiudere le scuole in Campania: “Gli studenti campani invece di essere in classe sono in giro per i centri commerciali”, ha denunciato Azzolina, che ora potrebbe impugnare la decisione di De Luca. Il vertice notturno ha visto palesarsi la spaccatura tra forze di maggioranza. A rappresentare l’ala del rigore nel Pd sono Dario Franceschini e Roberto Speranza, che spingono per provvedimenti netti. Poi c’è Teresa Bellanova che porta al tavolo la posizione dei renziani che sia necessario usare il Mes. Dall’altra parte c’è il premier Conte che oltre a individuare le misure idonee rispetto all’andamento del virus, deve anche fare i conti con le ricadute economiche che ogni “stretta” eccessiva può innescare. Nel pressing si infila lo scontroormai aperto con le Regioni, dopo il duro atto d’accusa del commissario Arcuri per i mancati investimenti sul fronte dei tamponi e delle terapie intensive. Il ministro delle autonomie Francesco Boccia insiste sulla necessità di un coordinamento dopo lo scontro nella Conferenza Stato-Regioni che ha fatto detonare i rapporti tra governo centrale e quelli locali. Intanto le Regioni si muovono autonomamente con strette in Campania, Lombardia e Piemonte ma il Governo ha tutta l’intenzione di raggiungere un maggiore coordinamento. Convocata per la mattinata di sabato 17 una riunionecon Speranza, Francesco Boccia, il commissario Domenico Arcuri e i governatori. La volontà è quella di muoversi quanto più possibile all’unisono: “Punto cruciale è la sicurezza nei mezzi di trasporto pubblico e il loro rafforzamento. Data la situazione molto grave di circolazione del virus, abbiamo indicato chiusure mirate nelle regioni con altissima circolazione del Sars-Cov2 finalizzate a consentire lo svolgimento delle attività scolastiche e produttive. Le chiusure, nelle zone dove l’indice di contagio è superiore a 1, dovranno riguardare punti di aggregazione come circoli, palestre, ed esercizi commerciali non essenziali. Mentre lo smart working dovrebbe diventare la forma ordinaria di lavoro in tutto il Paese”, le parole di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della salute per l’emergenza Covid e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di medicina della Cattolica di Roma.
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