di Cenzio Di Zanni
Il virus picchia duro. Nell'area metropolitana di Bari il tasso di incidenza settimanale è a quota 306 contagi ogni 100mila abitanti, secondo il report della Protezione civile regionale aggiornato a martedì 9 marzo. Ma quello è soltanto il dato medio: il quadro cambia da comune a comune, e sconta "forti eterogeneità geografiche".
Tanto forti da essere evidenziate nell'allarme messo nero su bianco dall'assessore regionale alla Salute, Pier Luigi Lopalco, e dal capo del dipartimento, Vito Montanaro, nella relazione firmata alla vigilia dell'ultima ordinanza del governatore Michele Emiliano.
I numeri sull'andamento dell'epidemia presentati dall'Asl Bari ai 41 sindaci della provincia svelano un quadro a tratti drammatico. Almeno se è vero com'è vero che, secondo gli addetti ai lavori, per considerare fuori controllo l'epidemia è sufficiente superare i 250 contagi su 100mila residenti. Una soglia che dal 15 febbraio al 7 marzo scorsi è stata oltrepassata in 26 comuni su 41. A Bari, ad esempio, è di 393.
Fino al primato di Acquaviva delle Fonti, dove il virus impazza al punto che la cittadina nella prima settimana di marzo ha toccato quota 708 positivi ogni 100mila persone. Un tasso superiore alle aspettative: "Il peggiore di tutta l'area metropolitana. Ho chiesto l'istituzione di una zona rossa, ma non ho avuto risposta", scrive il sindaco Davide Carlucci su Facebook. E lo ha fatto prima di un appello indirizzato ai vertici della Regione via social network: "Per favore fate presto: Acquaviva deve stare in zona rossa".
Scorrendo il dossier che l'azienda sanitaria provinciale ha consegnato ai sindaci della zona, si incontrano numeri ben oltre il limite a Turi (460 casi ogni 100mila persone), Bitetto (318), Gravina in Puglia (354) o Casamassima, che nell'ultima settimana di febbraio ha quasi doppiato il livello di guardia con un tasso d'incidenza calcolato in 493 contagi ogni 100mila residenti. Un tasso standardizzato che consente alle autorità di valutare l'andamento dell'epidemia a prescidere dall'effettiva consistenza della popolazione.
Casamassima, dicevamo. Lì nell'ultima settimana il virus sembra aver sollevato il piede dall'acceleratore. Ma soltanto un po', perché l'Asl ha registrato una diminuzione dei casi del 18 per cento al 7 marzo. Ci sono casi, però, nei quali l'accelerazione è stata così potente da arrivare al 200 per cento fra una settimana e l'altra.
È stato così per Bitetto, a fine febbraio. Oppure per Alberobello (più 130 per cento a metà del mese scorso) e Cassano delle Murge (più 100 per cento nello stesso periodo), e ancora a Conversano (più 111 per cento agli inizi di marzo, sulla settimana precedente). Polignano a Mare, invece, ha registrato un balzo in avanti del 433 per cento a metà febbraio, ma senza mai superare i 250 casi ogni 100mila residenti. Resta a quota 193, almeno al momento.
E quella è una delle città dell'area metropolitana a essere rimasta al di sotto del limite massimo (gli ultimi dati disponibili sono aggiornati al 7 marzo). Sono 15 nel complesso. Con Polignano ci sono Castellana Grotte (166 contagi ogni 100 mila residenti nella settimana scorsa), Gioia del Colle (158), Giovinazzo (179), Locorotondo (184), Mola di Bari (157), Molfetta (125), Noci (43), Noicattaro (249), Putignano (80), Rutigliano (190), Ruvo di Puglia (108), Sammichele di Bari (80), Sannicandro di Bari (134) e Triggiano (241).
Tutti gli altri comuni hanno un tasso di incidenza dei contagi oltre quota 250 casi ogni 100mila persone. Ed è possibile che oggi arrivi la zona rossa per l'intera provincia.
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