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Biodigestore di Acquaviva, Laricchia (M5S): “il procedimento autorizzativo è fermo"



Allo stato attuale è tutto fermo per quello che riguarda il procedimento di autorizzazione per la realizzazione del biodigestore nel Comune di Acquaviva delle Fonti”. Lo dichiara la consigliera del M5S Antonella Laricchia a margine delle audizioni da lei richieste in quinta commissione ambiente sull’impianto per il recupero della frazione organica dei rifiuti con produzione di biometano e ammendante compostato misto.


“Alla società sono state richieste diverse integrazioni da parte degli enti coinvolti nel procedimento, rispetto alla documentazione progettuale depositata presso la Città Metropolitana di Bari (autorità competente), ma fino ad ora non è pervenuta alcuna integrazione. Per questo ancora non è possibile prevedere come si concluderà il procedimento. Parliamo di una questione molto sentita sul territorio, basti pensare che sono state raccolte 2850 firme per dire no all’impianto, in una zona con una notevole pressione ambientale e che presenta elementi tutelati dal PPTR, in particolare una dolina carsica, di cui è stato riscontrato l’interramento, tanto che l’area è stata posta sotto sequestro.


Per questo, prima di procedere con l’iter di autorizzazione è necessario garantire il ripristino dello stato dei luoghi. Sappiamo che si tratta di un impianto totalmente privato, non rientrante quindi nella pianificazione regionale, ma riteniamo che la Regione non possa far finta di niente e dovrebbe esprimersi, oltre che sugli aspetti paesaggistici, anche sul rispetto dei criteri di localizzazione, su cui ci sono numerose criticità, basti pensare che il centro abitato dista circa 1 km dal sito del progetto.


Tra l’altro, considerato che a livello provinciale il fabbisogno di smaltimento della FORSU sarà soddisfatto con l’impianto già esistente e con altri due di natura pubblica (Amiu di Bari e impianto del Comune di Molfetta), è evidente che saranno conferiti presso l’impianto anche rifiuti provenienti da fuori regione vista la notevole capacità dello stesso. Oggi abbiamo fatto un primo punto della situazione, ma ci riaggiorneremo con le associazioni e i cittadini per capire le prossime fasi. Ci sarebbe piaciuto ascoltare anche il sindaco di Acquaviva, ma dobbiamo purtroppo registrare la sua assenza oggi”.


“Il protocollo per la realizzazione dell’impianto con una capacità di trattamento proposta di 60.000 t/a di FORSU e una produzione prevista di 4.100.000 m3/a di biometano - continua Laricchia - è stato sottoscritto nel 2020 tra il Comune di Acquaviva delle Fonti e la società PANACQ, ma la comunità ha scoperto solo quest’anno dell’esistenza del progetto. È da rilevare che la zona è molto vicina ad alcune scuole individuate come siti sensibili, per cui è evidente che le emissioni odorigene prodotte sia dall’esercizio dell’impianto che dai mezzi che conferiscono presso lo stesso, potrebbero produrre impatti considerevoli. Questo senza contare che parliamo di un’area a vocazione agricola in cui sono presenti numerose aziende vinicole, che con la realizzazione dell’impianto rischierebbero di perdere le certificazioni DOP e BIO. Non possiamo permettere che vengano danneggiati il paesaggio e l’economia della zona: è necessario assicurare ogni azione a tutela della salute pubblica e dell'ambiente e sosterremo i cittadini nella battaglia per il territorio”.


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