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Acquaviva, neonata morì per asfissia: chiesto processo per medico e due ostetriche



La pm del Tribunale di Bari Grazia Errede ha chiesto il rinvio a giudizio per un medico e due ostetriche dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari), accusati di concorso in omicidio colposo per aver contribuito con le loro presunte condotte negligenti a causare il decesso di una neonata. La vicenda risale al 30 giugno 2020. I tre imputati, il ginecologo Angelo Fontana e le ostetriche Ilaria D’Auria e Eliana Donatiello, sono accusati di aver indotto al travaglio la partoriente, una 33enne di Monopoli, a 24 ore dalla cosiddetta rottura delle acque, come prevede la procedura, ma di non aver successivamente monitorato il battito fetale in continuo fino al parto, bensì in modalità intermittente. La bambina, in grave sofferenza respiratoria al momento della nascita, fu trasportata d’urgenza alla terapia intensiva neonatale dell’ospedale Di Venere di Bari-Carbonara dove morì dopo poche ore per asfissia perinatale con sindrome da aspirazione di liquido amniotico. L'udienza preliminare comincerà il 7 luglio davanti al gup del Tribunale di Bari Francesco Agnino.


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