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Acquaviva: Garza dimenticata nell’addome, condannati medici del Miulli


Nel novembre del 2011, all’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, una donna fu sottoposta a un cesareo per la nascita di un figlio. Un giorno di gioia, però, si trasformò ben presto in un tunnel doloroso. L’equipe medica le aveva lasciato nell’addome una garza che provocò lesioni. Per mesi la paziente soffrì di dolori lancinanti. La donna, assistita dall’associazione Codici, in aula come parte civile insieme alla delegazione Puglia ed all’associazione Codici Salute, avviò un’azione legale e ora il tribunale di Bari ha riconosciuto la responsabilità dell’ospedale con una sentenza di promo grado che condanna a due mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, tutti i componenti dell’equipe, due chirurghi, uno strumentista e due infermieri, mentre il ginecologo di fiducia è stato assolto.

“Un intervento che potremmo definire di routine – afferma Elviro Benvenuto, avvocato di Codici – stava per trasformarsi in una tragedia. L’intervento ha provocato lesioni personali, nello specifico la perdita di trenta centimetri di intestino tenue mesenteriale, sindrome aderenziale addominale e pelvica con indebolimento permanente dell’intestino tenue, con l’incapacità ad attendere alle normali occupazioni per un totale di 690 giorni. Per mesi la donna ha dovuto convivere con dolori lancinanti, che non le hanno permesso di accudire il neonato, e solo nel luglio 2013 è stato possibile eseguire un nuovo intervento per rimuovere il textiloma. Siamo naturalmente soddisfatti della sentenza, che riconosce le responsabilità dell’equipe medica”. Il segretario nazionale di Codici, Ivano Giacomelli, commenta che “l’errore dell’equipe si commenta da solo, bene il Tribunale a riconoscerlo ed a condannarlo. Continueremo a vigilare sulla sanità, per garantire i diritti dei pazienti e difenderli da errori purtroppo ancora frequenti”.

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